27 dicembre 2006

they dance alone

They dance alone era una canzone di Sting, negli anni 80.

Quando sei un ragazzino le canzoni ti scavano qualcosa dentro, sono insegnamenti importanti.
Diceva Bruce Springsteen in una delle sue più famose, sempre in quegli anni: "ho imparato di più da una canzone di tre minuti di tutto quello che ho imparato a scuola".

They dance alone parlava del Cile e dell'Argentina, delle donne di Plaza de Mayo che a Buenos Aires ballano da sole perchè i loro uomini sono stati fatti sparire da un regime sanguinario, violento, torturatore, fratello di quello che in Cile si è preso il potere un 11 settembre molto precedente a quello che oggi ricordano tutti.

La canzone diceva: signor Pinochet, cosa succederà quando non arriveranno più soldi dai suoi padroni?
Se la immagina sua madre a ballare da sola in piazza?

Poi da lì uno scava, ricorda, ricerca...
Ricorda da bambino, i compagni di tuo padre che dipingono murales alti tre metri con questa faccia con gli occhiali, e sotto con la difficoltà di chi ha appena imparato tu leggi "salvador allende" - e ti domandi che nome è, scritto così sbagliato...
Scava nei libri e scopre le strategie per impedire che un governo legittimamente eletto potesse fare le sue riforme di centrosinistra in un paese strangolato dalla dipendenza dagli Stati Uniti del premio nobel per la Pace Henry Kissinger...
Ricerca e ricorda di non essersi sognato, di averlo visto davvero Giovanni Paolo II "santo subito", affacciarsi al balcone insieme al signor Pinochet, in qualche tg di tanti anni fa.

Poi Pinochet si è messo da parte, a dormire come il drago Smog sui miliardi rubati al Cile e alle migliaia di persone che ha fatto sparire. I suoi torturatori sono ancora in giro, camminano e bevono il caffè al bar, passano accanto ai figli delle persone a cui hanno infilato fili elettrici nel corpo e poi buttato i cadaveri (se poi erano cadaveri..) in mare dagli aerei militari.

Poi Pinochet è stato messo sotto accusa, da tribunali europei, perchè non andava per il sottile e nelle sue prigioni sono finiti anche cittadini europei, o persone con la doppia cittadinanza.
Ma nessuno ha potuto vederlo dietro le sbarre. Nessuno ha avuto la soddisfazione di vederlo pagare.

In Italia negli anni 70 il segretario del più grande partito comunista del mondo occidentale, dopo il golpe di Pinochet ha dichiarato pubblicamente che non era pensabile prendere il potere tramite le elezioni direttamente - troppo rischioso, in Italia, come in Cile. Bisognava mettersi d'accordo con gli altri. E da lì sono cambiate un po' di cose in questo Paese.

Poi Pinochet è morto.
E io festeggio.

Stasera apro una bottiglia, come ha scritto Sepulveda che ce l'aveva nel frigo da anni.
E festeggio, penso a quelle donne che ballavano da sole.
Penso a quelli che hanno lodato le riforme previdenziali di Pinochet, in Italia. Pochi anni fa.
Penso alla CIA, all'operazione Condor, alle dittature militari degli anni 70 e 80 in tutto il sud America. Penso alla Tatcher che si è dichiarata addolorata di questa morte.

Penso che anche lei morirà presto e mi torna il sorriso.

Anche in Cile c'è gente che festeggia.
La polizia li carica, li arresta e li malmena.
I morti non torneranno.
Le possibilità e le speranze di quegli anni sono cancellate per sempre.
C'è gente in Cile che ricorda Pinochet con affetto.

Ma in Cile c'è gente che festeggia, e io stavolta festeggio con loro.

29 novembre 2006

La testa dello struzzo

La testa dello struzzo va sotto la sabbia e il mondo non esiste più.

D'improvviso, niente più predatori, pericoli, rischi, cacciatori...
niente, solo il buio ovattato e un po' di sabbia nelle orecchie, magari, come effetto collaterale.
Ma poi ce le avranno le orecchie, gli struzzi?
Mah, poi guardo su wikipedia.

Qualcuno dovrebbe dire allo struzzo che comunque tutto quello che gli ha fatto infilare la testa sotto la sabbia continua ad esistere, e ad aspettarlo trepidante per spaccargli la schiena a zampate e infilare le zanne nella sua carne. Il pericolo, il rischio, il male, non si cancellano fingendo che non ci siano o impedendosi di vederli.

Un gruppo di ragazzi insulta e picchia un compagno di classe down - e ovviamente, avendo in dotazione (dai genitori...) un cellulare con video camera di ultima generazione, riprende tutto, e poi fa girare finchè il video non finisce su Google Video, qualcuno lo vede, si impressiona, denuncia il fatto e i ragazzi vengono individuati, puniti, denunciati.

L'ho già scritto in un altro post, Vasco era stato profetico:
adesso state più attenti, perchè ogni cosa è scritta...

Adesso dopo la ventata dei soliti lamentosi pipponi di pisciologi e pisciatri sui giornali e in tv, dopo i piagnistei televisivi dei genitori che non solo non sono stati capaci di insegnare niente di serio ai loro figli, ma nemmeno si rendono conto di chi gli gira per casa, dopo che agli imbecilli malmenatori è stata anche semplicemente fatta temere una punizione seria e pesante...
che succede?

Se la prendono con Google Video che ha diffuso le immagini.
Ispezioni, finanza, polizia postale ("polizia postale"... capito!?) e minacce di chiusura del servizio.
Perchè ha diffuso le immagini.
Che hanno consentito di scoprire il fatto e risalire ai colpevoli e punirli.

Ma siccome sono figli vostri, meglio non saperlo, chi vi gira per casa.
Struzzi.
Stronzi.

14 novembre 2006

Hell is for heroes

Il titolo di questo post era scritta su una maglietta color verde - acido - fluo che mi mettevo ogni volta che potevo da ragazzino; una delle prime magliette "da surf", quando lo streetwear era una parola che non avevano ancora inventato. Ma non voglio parlare di vestiti stavolta.

Stavolta vorrei parlare di un eroe, uno di quelli veri che come tali nessuno conosce.
E non perchè ha salvato qualche bambino o ha aiutato qualche vecchia ad attraversare la strada.

No, questo è un eroe che ha fatto quello che fanno gli eroi: ha fatto una rivoluzione.

Si chiama Linus Torvalds, che sia un eroe non lo dico solo io ma centinaia di migliaia di persone nel mondo, tanto che adesso se n'è accorto anche il Time, che lo candida a "eroe del 2006". Voi lo conoscete questo tizio?

Prendete il suo nome, togliete quella S finale e metteteci una X. Vi dice qualcosa?
E' lui, Linus Torvalds è il signor Linux.
Ovviamente non da solo, e anche questo è il bello, ma Linus è quello che ha scritto il "nocciolo" del sistema Linux, e soprattutto che ha deciso di regalarlo al mondo, utilizzando le licenze aperte messe a punto dalla Free Software Foundation come la mitica GPL alla base del progetto GNU.
Infatti il nome giusto del software sarebbe GNU/Linux.

Per alcuni Linus è un eroe perchè è l'anti-Bill Gates: in un mondo in cui si brevetta e si chiude a chiave tutto questo ragazzo finlandese ha pensato che la proprietà privata delle idee fosse una vera stronzata, se le idee si condividono nessuno perde niente e tutti ne guadagnano qualcosa.

Per alcuni Linus è un eroe perchè ha saputo organizzare intorno a questa intuizione un sistema incredibile che coinvolge migliaia di persone a livello planetario ma che, in termini semplici, possiamo chiamare volontariato - volontariato informatico: migliaia di programmatori e di utenti "smanettoni" che aprono i programmi, vedono cosa non funziona, correggono, migliorano, redistribuiscono, tutto senza che nessuno abbia la pessima idea di recintare niente gridando "è mio!".

Per alcuni Linus è un eroe perchè nonostante in dieci anni abbondanti abbia costruito davvero una rivoluzione che non riguarda solo gli appassionati di computer ma molta più gente - lo sapete cosa fa funzionare i programmi dentro al nuovo cellulare-meraviglia Nokia 770? e con che sistema funzionano il 70% dei server che visualizzano le pagine web che vedete quando vi collegate ad un sito? ecc ecc ecc - pochissimi conoscono la sua faccia.

E' bello essere famosi anonimamente, diceva Luther Blissett ai bei tempi.

E perchè vi parlo di questa figura eroica, positiva e schiva?

Perchè qualcuno sta cercando di mettergliela in culo. Indovinate chi?
Novell, una storica azienda informatica multinazionale, ha cercato per anni un posto come "supporter" nello sviluppo di parti dei software GNU/Linux. Ha sviluppato Mono, un sistema che sta sotto a molti programmi che funzionano con Linux. E adesso ha fatto un bell'accordo commerciale, che sta facendo ribollire i blog di tutti quelli che credono nel software libero.

Novell si accorda con Microsoft. Novell prova a vendere il culo - non il proprio, del quale chissenefrega - il culo di Linus e di tutti gli altri, me compreso, al solito signor Bill Gates.

Quello che ha fatto accordi commerciali con la Cina, un paese che ammazza la gente a colpi in testa e blinda gli accessi a internet dei suoi cittadini perchè non lo raccontino troppo in giro.
La Cina, vi ricordate i carri armati a Tienanmen? No, forse vi ricordate di più di D'alema che va a elemosinare aiuto ai cinesi per l'Alitalia...

Già nel ribollire della blog-sfera si annunciano boicottaggi a Novell, già la storica concorrente Sun ha finalmente deciso di aprire alla comunità di Linux il suo mega-sistema chiamato Java, già si comincia a dire, Togliamo dal sistema Linux i pezzi targati Novell come Mono, che anche se sono incontrovertibilmente liberi per la licenza che hanno adottato, sono un marchio di infamia.

Un eroe, una rivoluzione, qualche controrivoluzionario e i soliti che pensano sempre e solo a fare i soldi sulla pelle della storia.

Dati gli ingredienti, mi sembrano cose che valga la pena di tenere d'occhio.

06 ottobre 2006

Verità grido il tuo nome




Non è passata via così.
E' sempre lì di fianco, come una presenza, un fastidio in sottofondo.

Quando ero un ragazzino, la polizia ammazzava la gente per strada.
Nomi, storie lontane come quelle di Luca Rossi, storie di venti anni fa.
Quasi venti anni fa è nato Federico Aldrovandi, che venti anni non li avrà mai.
Lo vedete come è finito. Come lo hanno finito.

In un fermo di polizia: inizia con uno in divisa che dice "alt documenti", e finisce con un ragazzo morto, in terra, con le manette ai polsi.

ANCORA?

Se guardate un po' di post indietro, trovate la storia di Rumesh, a Como.
Adesso sta meglio, è in carrozzina ma si è rimesso.
Dopo la manifestazione che a Como ha salutato il suo ritorno, tutti i titoli dei giornali locali erano per le scritte sui muri lasciate dai ragazzi al loro passaggio.

Non sta bene leggere nei pensieri, ma li vedo ben chiari: "era meglio se lo ammazzavano, lui e tutti questi". Li vedevano chiari anche i ragazzi di Como, questi pensieri: per questo dopo il ferimento di Rumesh scrivevano sui loro cartelli "Sono giovane, sparatemi in testa".

A Ferrara non parla nessuno, i giornali locali hanno già emesso la loro sentenza un anno fa, il questore è saltato e adesso ce n'è uno nuovo, fanno le indagini, fanno il processo alla polizia -
e in testa subito partono le canzoni, sul potere che assolve sempre il potere...

Non mi interessano i colpevoli, non mi interessa colpa e punizione: mi interessano i conti.
Negli ultimi cinque anni, due morti e un ferito grave sempre con coinvolgimento pesante della polizia o dei carabinieri: Carlo Giuliani, Federico Aldrovandi, Rumesh.
Tutte storie diverse, certo. Però mi viene da tenerle insieme.

Come le tenevano insieme i tanti ragazzi e non solo, che a Ferrara dicevano, Verità grido il tuo nome.

15 settembre 2006

Lettera ad una giornalista appena morta

E' morta Oriana Fallaci.

Chi ha letto i suoi libri negli anni 70 e 80, ancora la menava con "la grande giornalista" eccetera eccetera. E adesso saremo pieni anche dei peana della gente "di sinistra" (una volta, trent'anni fa...), che oggi si piange addosso perchè (una volta, trent'anni fa...) aveva letto un suo libro e allora bla bla.

Oriana Fallaci per me è stata sempre sinonimo di conformismo, forse per analogia con quel che pensavo di chi me ne parlava: barricadera e revolucionaria quando i suoi lettori stavano (chissà perchè, tra l'altro) tra i barbudos de noantri - conservatrice e pure teo-con da quando viveva negli Iuessei, e sempre piena di saccenza e di convinzione di stare dalla parte del giusto, sempre e comunque... un bel ritratto del conformismo italiano degli ultimi quarant'anni almeno.

Una bella spina nel fianco di chi pensa che basti aver fatto una volta alcune battaglie, essersi schierati una volta per una causa giusta, per aver guadagnato per sempre la patente della Verità.

C'era un fascismo di fondo, pesantissimo, nelle ultime chiacchiere di questa donna: quello della guerra "sola igiene del mondo" come ai bei tempi del Pelatone; quello che reagisce all'attentato delle Torri gemelle mettendo sotto accusa un miliardo e trecento milioni di islamici in tutto il mondo, perchè distinguere e cercare di capire è tempo perso, e un capro espiatorio fa sempre molto comodo; quello che cavalca sempre e comunque il vento, seminando tempesta per vendere due libri in più e spacciando odio a piene mani per finire in prima pagina.

Troppo comodo pensare che fosse rimbecillita sotto i colpi del cancro e delle cure: era un progetto culturale, suo e di tutta quella melma da 3x2 che applaudiva vigorosamente al suo nuovo razzismo fascistoide, quando lei scriveva mostruosità su persone che avevano la grave colpa di essere islamiche... mostruosità assolutamente degne della propaganda antisemita del ventennio.

C'è da dire che almeno lei, come il Pelatone e tutti i suoi emuli di ogni tempo, non aveva perso le sue doti, mostrava i coglioni e la diceva tutta, e per questo piaceva tanto a tutti i fascisti-di-nascosto che abbiamo in questo povero Paese, e i Leghisti prima di tutti: gente che vorrebbe essere apertamente razzista ma non riesce perchè non avrebbe le palle di reggere alle critiche che si attirerebbe.

E allora si compra i libri della Fallaci e finalmente ha una auctoritas che spara razzismo e merda al posto suo, eccola qua, una grande scrittrice, una coscienza critica dell'Occidente addirittura, e prima "era di sinistra", vedi che siete voi che sbagliate?
Facile, no....

E pensare che in tutto questo, nessuno ricorda che l'articolo della sua roboante rentrée, sul Corriere dopo l'11 settembre 2001, era una risposta a un vero grande scrittore e grande corrispondente, uno che ha scritto, vissuto e parlato in punta di piedi, e che mi piace ricordare proprio oggi: uno che si chiamava Tiziano Terzani, e faceva delle risate bellissime insieme a chi parlava con lui.

Uno che ha scritto un libro bellissimo intitolato "Lettere contro la guerra", e l'ha anche spedito alla Fallaci come regalo.
Lei ovviamente glielo ha rimandato indietro.

03 luglio 2006

Sotto pressione voglio il meglio, e meglio sto...

Qua i mesi passano, e uno si dimentica di stare al mondo per la troppa pressione.

Mi son fumato due mesi, maggio e giugno, senza quasi accorgermi del tempo che passava... non si può vivere così, eh? Banale, come recriminazione. Si può invece, anche se non fa molto bene alla salute.

Per fortuna almeno ho letto un po' di libri, ad esempio su questo ameno argomento della condizione di vita di una generazione c'è il nuovo lavoro di Aldo Nove, che in realtà è una raccolta di articoli usciti in precedenza su Liberazione... ma tant'è, fa impressione comunque: Mi chiamo Roberta ho 40 anni guadagno 250 euro al mese, è raccontato e scritto come nelle peggiori trasmissioni di tv-verità, cioè male, con la voce "vera" e stonata dei protagonisti della quotidianità decerebrata in cui stiamo; è una raccolta di storie di ordinaria precarietà, di fallimenti annunciati o anche no, di storie brutte o brutte storie.
Mi dispiace, sinceramente, che Aldo Nove abbia deciso di mettersi in secondo piano dietro a questi personaggi, perchè mi piace molto sentirlo/leggerlo parlare di sè... ma è il modo migliore per far parlare queste storie, per farle raccontare.
Come nelle peggiori trasmissioni di tv-verità, raccontano lo schifo di oggi e soprattutto la sensazione che sia sempre peggio, e la delusione dolorosa di chi dieci anni fa non si sarebbe mai aspettato di ritrovarsi così. Perchè ci hanno venduto gli anni 80 di seconda mano, e la favola bella di Reagan, Thatcher e amici vari, che chi vuole riesce, non è mai stata più falsa di oggi.
Come nelle peggiori trasmissioni di tv-verità.
Ma il problema è che in tv questa verità non si vede. Mai.

02 maggio 2006

Primo maggio, su coraggio...

Forse ci siamo...

dopo le elezioni del presidente del Senato, schifose nel peggior stile democristiano di una volta; dopo le elezioni del presidente della Camera, in cui ho sentito Bertinotti dire cose talmente tanto fuori dalle puttanate sentite sui media negli ultimi dieci anni, da essere giudicate sovversive - ed erano cose da italiano, cose che hanno a che fare con il senso dello stato, normali nella liturgia di questa Repubblica... che per come siamo messi hanno avuto quel giudizio -- dopo tutto sto ben di dio, forse ci siamo.

Oggi il nano da giardino si è dimesso, i venditori di saponette hanno preso i loro fischi mentre levavano le tende...

E a proposito di fischi, siete così tanto rincoglioniti tutti quanti, da scandalizzarvi se fischiano la Moratti nei cortei? Ma andiamo, non si è mai vista, lei ministro della Repubblica e nessun altro dei suoi degni compari, in nessuna altra celebrazione, e adesso che è candidata sindaco arriva con tanto di papà in carrozzina a celebrare la liberazione dal nazifascismo, e due giorni dopo firma l'accordo elettorale con Alessandra Mussolini e la Fiamma tricolore?

Vorrei conoscere di persona quel genio della CGIL che poi la invita al 1° maggio, ancora peggio... questa fa passare di ruolo centinaia di insegnanti di religione e lascia nel precariato a vita altrettanti insegnanti "normali" colpevoli di non avere la benedizione della curia, dopo aver partorito una riforma della scuola spaventevole che separa "gli impiegati" e "gli operai" dall'età di 15 anni, mentendo sulle modalità di passaggio tra i due corsi di studio che tuttora non esistono... "a lavorare", dicevano bene quelli che l'hanno contestata -- e mi permetterei di estendere l'invito però anche ai numerosi insegnanti che continuano a essere i colpevoli della rovina culturale di questo Paese... perchè non si può pensare che sia tutta e solo colpa di questa povera donna e dei suoi tailleurs.

Ma stavo parlando del nano da giardino che se ne va.

Gli facciamo ciao ciao con la manina, sapendo che tanto non ce lo leveremo dalle palle troppo presto: avete già visto come i suoi giornali e TG stanno trattando la cronaca e la politica di queste settimane...
Io vorrei parlare di un sacco di cose, V for Vendetta, i fumetti, i lavori di Wu Ming, la musica, e invece mi tocca star qui ad assistere dal buco della serratura a questo parto al rallentatore... sapendo che nascerà il solito topino, ma sperando che sia comunque meglio dei sorci che se ne stanno andando.

Abbiamo avuto il nostro Primo maggio. Precari di tutto il mondo unitevi, che già sarebbe un bel risultato... negli USA una decina di milioni di lavoratori irregolari hanno fatto cortei e sono restati a casa dal lavoro, come in tutto il mondo.

Però lì è illegale.

Capito, la patria della democrazia.

Su, coraggio, che arriva il sole.

11 aprile 2006

Pesantissimo

E' finita.
Anzi no.

E' finita per ora, una vittoria talmente risicata che nessuno ha voglia di festeggiare.
Sapendo che se avesse vinto quello là, invece non avrebbero ancora finito di strombazzare da stanotte. Adesso invece il nano da giardino e i suoi venditori di saponette vogliono il riconteggio così possono sentirsi come Bush in Florida, e si attaccano con le unghie alle regole (capito che faccia, si attaccano alle regole!!!) e "non riconoscono" finchè non ci sarà il riconteggio...
E' veramente il giusto finale di questo telefilm di serie B, stanno lì incattiviti a pestare i piedi perchè non hanno vinto e allora non gioco più, dopo aver sparato delle puttanate cosmiche come la richiesta degli osservatori Onu (anche se effettivamente, sono stati un governo da Repubblica delle banane...) e aver fatto l'ennesima figura di merda in mondovisione.

Ci hanno messo la pezza con l'arresto di Provenzano, "il capo della mafia" che il suo stesso avvocato dava per morto quindici giorni fa (e infatti è "morto"... non vale più niente adesso - sarà stato un messaggio per qualcuno?). Dopo soltanto 43 anni, dopo che se ne è andato e venuto come voleva dall'Italia, dopo che lo sono andati a prendere in un casolare a Corleone, dove probabilmente era sempre stato. E va bè, evviva, proprio oggi, che coincidenza.

Ma io voglio parlare ancora di questi che hanno votato in massa per quello là.
Il 60%, da queste parti. Ma io dico, ma come cazzo state?
Qualcuno l'ha fatto per convenienza, si sa che da quelle parti più che altrove prosperano omiciattoli che hanno come unico interesse il proprio portafoglio anche a costo di calpestare tutto e tutti - del resto quello là è uno di loro, non il più bravo, ma uno dei più immanicati da trent'anni a questa parte, e come in una bancarella del mercato aggiunge offerta su offerta, ci mette su l'ICI, poi la tassa sui rifiuti e poi chissà cos'altro, basta che mi lasciate fare i fatti miei e due soldi di elemosina ve li regalo, così potete giocare a fare i ricchi pure voi.

Ma gli altri?

E' quello, che è pesantissimo.
Quelli che votano per quello là perchè se no tolgono i crocefissi dalle scuole.
Quelli che votano di là perchè "sono per la famiglia", e dunque non vogliono lasciarla fare anche agli omosessuali.
Quelli ancora inquinati da cinquanta anni di lavaggio del cervello democristiano e clericale, quei vecchi ignoranti e rincoglioniti che hanno paura dei comunisti che controllano tutto, comprese ovviamente le banche, i giornali, le televisioni, e pure il microonde di casa tua...
e poi tutta questa sterminata massa di teste di cazzo che non sa, che boh, che quello là "parla bene", che si attaccano ad ogni minuta chiacchiera per non dover provare la vertigine inconsulta di azzardare una volta un accenno di cambiamento.
Perchè le enormità commesse da quello là sono troppo grandi, e nel loro cervello non ci stanno.

Non riesco a compatirli, ad aver pietà per come sono stati manipolati per anni, con tutti i mezzi, in ogni momento. Ma perchè gente che non capisce nemmeno la differenza tra chi governa e chi è all'opposizione, poi deve decidere la merda che mi devo ingoiare io per cinque anni?

Invece è andata come è andata, la legge elettorale che quello là ha fatto per buttare tutto all'aria gliel'ha comunque messa in quel posto - non è bello per niente, ma ci godo lo stesso, come vincere per un rigore che non c'era al 91°.

E adesso cosa succede? davvero quello là guiderà i suoi cittadini liberi all'insurrezione di piazza contro i brogli, fatti da chi non aveva nessuna parte nella gestione delle elezioni? Oppure bisogna verificare che gli italiani all'estero non siano in realtà una vasta rete di spie del KGB in sonno, pronte ad intervenire a un ordine di Fassino? O davvero è colpa del telefono che ha distorto i voti nel passaparola da seggi a prefettura? Ma i voti, non si registravano per iscritto in duplice copia?

Nessuno può dire di aver vinto, dice quello là.
Nessuno tranne me, vorrebbe dire.

E' questo che è pesantissimo.

08 aprile 2006

Che ansia

La canzone sulla notte prima degli esami l'hanno già fatta, ed è pure una delle poche che si possano ascoltare dal suo autore; la canzone sul giorno delle elezioni l'hanno fatta pure, e ci sono dentro alcune delle cose che mi piacciono tanto di come scriveva Gaber. Nessuno invece ha mai fatto niente su questa ansia da notte prima delle elezioni, che mi sta salendo.

Vai in giro, guardi la gente e pensi, per chi voteranno questi?
Com'è, come non è... mi sembra sempre che tutti andranno a votare per quello là e i suoi scherani.

Una volta pensavo che il popolo fosse magari lento, troppo indulgente, bonario, ma che alla fine sapeva da che parte stare, e nel momento di scegliere e di andare / sapeva benissimo cosa fare, tanto per tirare in ballo un'altra canzone che mi piace tanto.

Oggi non lo vedo, il popolo. Vedo la gente, con il numero di G che preferite, e la vedo incapace dei più elementari collegamenti logici, in preda all'idiozia più abissale, incapace di costruire i più semplici nessi causali - ad esempio, tra disastro economico di questo paese e delle nostre tasche, e chi ha condotto la politica economica e ha fatto le scelte decisive negli ultimi cinque anni...

E ho paura, una paura fottuta.

Vorrai mica che questi lo rivotano, a quello là e ai suoi domestici di palazzo?
E non sto parlando delle sciure e degli imprenditooori, ovvio che loro lo voteranno perchè a loro conviene - sto parlando di mia zia, sto parlando della signora del piano di sotto, insomma di quelli che le mazzate le hanno prese, i soldi in meno li hanno sentiti, le promesse non mantenute le hanno viste... Ma forse è proprio qui il problema, se uno è stato così microcefalo da credergli già una volta, che speranza c'è?

Parlo con gli amici, la gente del mio giro: tutti in ansia.
Tutti a decidere dove si va, dove espatriamo se dovesse ri-succedere.

Come devo fare?

Domani vado qua dietro, vicino al ponte della ferrovia dove una mattina mia nonna, andando a lavorare, ha trovato un ragazzo impiccato dai fascisti. L'hanno lasciato lì tutto il giorno, alla sera quando mia nonna è tornata c'era ancora. C'è ancora lì una lapide mezza nascosta in una aiuola. Diciannove anni aveva, 'sto ragazzo.

Vado a votare, e poi vado a trovare lui.
Che la mia ansia di stasera, rispetto a quella che ha avuto lui, non conta proprio niente.

06 aprile 2006

In video veritas

Quid est veritas?
Che cosa sia la verità, se lo chiedeva Ponzio Pilato e da allora in poi, un sacco di altra gente.
Oggigiorno poi, sembra che per ogni opinione ne esistano altrettante versioni opposte, tutte suffragate da numeri, dati, autorevoli testimonianze ecc.

Ci sono addirittura in giro degli imbecilli che sostengono che i lager nazisti non hanno ucciso nessuno, che Mussolini è stato il più grande statista del secolo, e altra immondizia simile, di solito basando le loro argomentazioni rasoterra sui soliti quattro autori negazionisti e dintorni.

Ma vorrei parlare di cose più piccole, del rumore di sottofondo che in questa povera Italietta degli ultimi anni si diffonde a partire dal chiacchiericcio televisivo, in cui tutto è uguale a tutto perchè tutto sta dentro lo stesso rettangolo illuminato.

La rete come sempre è una risorsa, è la comunità dei pensieri, e ogni tanto inciampi in un sito che è una boccata d'aria.

Mi è successo oggi, e dal titolo di questo blog sono rimbalzate altre due o tre righe del buon vecchio Vasco: è sempre stato facile fare delle ingiustizie, prendere e manipolare, fare credere, ma adesso state più attenti, perchè ogni cosa è scritta...

Eccoci qua, ogni cosa è scritta; e quando qualcuno poi si prende la briga di raccogliere e mettere in fila tutto, i conti tornano sempre.

Assicuratevi di avere installato nel browser il plugin per Flash 7, e poi accomodatevi:
in video veritas.

05 aprile 2006

Ancora un sogno, 38 anni dopo.



Grazie a WhiteLion che mi fa ricordare la ricorrenza: il 4 aprile del 1968 è stato ucciso Martin Luther King.


Vien bene, in questi giorni, ricordarsi del suo sogno.

A me fa impressione: quando avevo sei anni vale a dire nel lontanissimo 1978, in prima elementare quel sogno me lo sono ascoltato e riascoltato, nelle prove della recita che tutta la scuola ha preparato; e dato che in tv quell'anno c'era RADICI, ovvio che la recita scolastica fosse sulla vicenda degli afroamericani.

Se ci pensi un attimo, fa venir freddo: a sei anni, in tv c'era Radici, che in inglese fa Roots, mica una parola qualsiasi: insomma la storia di Kunta Kinte e di tutta la discendenza, raccontata dal suo pro-pro-pronipote Alex Haley -- e già questo è destabilizzante, in prima serata un telefilm che racconta cose da pazzi su quei santuomini degli yankees... E poi, tutta la scuola prepara per mesi una recita che diventa un'occasione per fare didattica tutti insieme, parlando di Luther King, di Malcolm X, delle Pantere, delle navi che partivano dall'Africa cariche di uomini e ne sbarcavano metà nel viaggio, in mare, morti...

In realtà non era tutta la scuola, ma solo le classi gestite da un gruppo di pericolosi insegnanti sovversivi che si era denominato Gruppo C, odiatissimo e infamatissimo da tutti gli altri, con ovviamente CL in testa e i preti a tuonare dal pulpito. Oggi... per una cosa del genere, si alzerebbero le barricate e si terrebbero a casa i figli, temo.

Ma intanto io lo so bene, cosa è capitato a Kunta Kinte e a tutti i suoi fratelli. Io che sapevo a malapena leggere, quella sera sotto Natale quando a inizio della recita, sono entrato in scena nel buio, vestito da schiavo e incatenato con altri dieci.

C'era una comunità, intorno a me: di mamme e papà e nonni, di altri bambini, di adulti venuti a vedere o a spiare - chissà se anche loro si ricordano così bene delle rosse colline della Georgia.

A me sono rimaste stampate, da qualche parte in testa. E oggi ho visto in giro il testo completo del Sogno, ed erano lì, ancora illuminate.

Ciao Martin, non sei da solo a sognare.

I have a dream that one day this nation will rise up and live out the true meaning of its creed: “We hold these truths to be self-evident, that all men are created equal”.

I have a dream that one day on the red hills of Georgia, the sons of former slaves and the sons of former slave owners will be able to sit down together at the table of brotherhood.

I have a dream that one day even the state of Mississippi, a state sweltering with the heat of injustice, sweltering with the heat of oppression, will be transformed into an oasis of freedom and justice.

I have a dream that my four little children will one day live in a nation where they will not be judged by the color of their skin but by the content of their character.

I have a dream today!

I have a dream that one day, down in Alabama, with its vicious racists, with its governor having his lips dripping with the words of “interposition” and “nullification” — one day right there in Alabama little black boys and black girls will be able to join hands with little white boys and white girls as sisters and brothers.

04 aprile 2006

Manica di coglioni


Dice quello là, non posso credere che ci siano tanti coglioni che votano contro il loro interesse.

Dice quello là, che la vita, le scelte, le decisioni, si fanno con in mente solo il proprio piccolo micragnoso interesse. Se quello là sapesse chi è, potremmo parlare a lungo di Guicciardini e del suo particulare, che rimane la malattia italiana più pericolosa. Ma stiamo su cose più semplici.

Siamo, noialtri che non voteremo mai per persone come quello là, una manica di coglioni.
E lui lo dice pubblicamente, presidente del consiglio in carica con tutti i sacri crismi eccetera eccetera.

Pensa te, noialtri crediamo che esista un bene comune, un livello più alto di quello dei portafogli e dei cervelli micragnosi di quei quattro commercianti italiani (i migliori amici dell'uomo...) che hanno applaudito felici alla battuta come negli studi di una qualsiasi televendita. Pensa te, crediamo che i coglioni siano proprio quelli che si fanno insegnare a stare al mondo da quattro veline e due leccaculo nei tg della sera.

Poi quello là batte i piedi e fa i capricci, se qualcuno lo offende dandogli dell'ubriaco che si attacca ai numeri come ai lampioni, e invoca il giudizio di dio contro la lesa maestà del suo ruolo di presidente del consiglio... pensa te, che bella faccia.

Mille volte meglio prendersi del coglione da quello là, che vivere nel suo orizzonte culturale, avere in testa come massimo pensiero la sua paccottiglia da 3x2, avere come massima aspirazione un qualche suo reality show...

Che omiciattolo, lui e tutti quelli che ancora gli vanno dietro...
omiciattoli, servi dei servi, gente senza coglioni.

03 aprile 2006

Rumesh: Muri puliti, strade sporche di sangue

Come si fa a restare zitti, davanti a una storia così?
Un ragazzo di 19 anni sparato in testa da un vigile urbano.
Te la vedi la scena?

Un ragazzo, in una macchina con altri amici.
La squadra speciale della Polizia Locale di Como, nucleo anti-graffiti che blocca la macchina, agendo in borghese, saltando fuori armi in pugno. In silenzio? Non credo, e posso immaginare urla, ordini, i ragazzi contro il muro.

Poi parte un colpo.

PARTE UN COLPO?
Ancora?

Non ne sono morti abbastanza, di ragazzi, in questo paese, per colpi partiti da pistole tenute in mano da gente con la qualifica di "tutore dell'ordine"?
Anche senza tutto lo squallido contorno, il ragazzo scappava, no non scappava, la sicura non era innestata, e tutte queste altre cazzate... non è ora di smetterla, con queste storie?

Sul web fervono le discussioni, vi lascio la gioia di leggere di persona tutte le dichiarazioni ufficiali e gli sproloqui, ad esempio su Vivereacomo.com e dintorni linkati, con le belle parole di un vigile urbano che non trova di meglio da dire (ai giornali locali!) che riguardo a Rumesh che non si è fermato all'alt, "chi è in difetto è in sospetto", dimostrando qual è lo spessore di chi gira armato per le strade delle nostre città...

A me bastano i cartelli dei ragazzi di Como: sono giovane, sparatemi in testa.

Perchè il problema è tutto lì, come ha dichiarato a radio Popolare Nadir, amico di Rumesh e presente in quella macchina quella sera. Non è per i graffiti. E' per la vita contro la morte delle nostre città.

La vita dà fastidio, la vita fa rumore, fa colore sui muri grigi.
La vita a 19 anni in una città di provincia - bello questo ossimoro: c'è dentro tutta l'Italia...
Ovviamente non si tratta di regolamenti più o meno restrittivi per i vigili urbani - rambo di Como; e neanche di regolamenti sugli schiamazzi notturni, sugli spettacoli all'aperto, sulla musica dal vivo e su tutto quello che mi viene in mente se penso ad un posto vivo.

Si tratta proprio del vecchio Tacito: Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant.
Fanno un deserto, e lo chiamano pace.

E io ho sete e fame di vita e di giustizia.


02 aprile 2006

Ops, I did it...


Lo faccio? Non lo faccio?
E' meglio se non lo faccio, o se lo faccio così sono come tutti?
Ma tutti chi?

Siamo il paese più anti-tecnologico del mondo occidentale, riusciamo a far diventare un fenomeno di costume anche la normale inclinazione a scrivere un diario, in questo caso on-line -- non mi sento di stare seguendo una moda, ma solo una voglia mai spenta: quella di parlarmi addosso, di parlare del mondo e al mondo.

E dunque eccoci qua, questo è il mio blog.
Ci scrivo quando posso, ci scrivo quel che voglio, non sono politically correct, non sono un professionista delle idiozie via internet... sono uno che stava sui BBS col modem a 1200 bauds, figurati se me ne frega qualcosa di fare costume e pettegolezzo sul web.

Benvenuti a tutti, se ve ne frega qualcosa di quel che ho da dire.
Se anche voi avete questa antica malattia, di parlare del mondo con gli altri, siamo qui per questo.

salut.