E' morta Oriana Fallaci.
Chi ha letto i suoi libri negli anni 70 e 80, ancora la menava con "la grande giornalista" eccetera eccetera. E adesso saremo pieni anche dei peana della gente "di sinistra" (una volta, trent'anni fa...), che oggi si piange addosso perchè (una volta, trent'anni fa...) aveva letto un suo libro e allora bla bla.
Oriana Fallaci per me è stata sempre sinonimo di conformismo, forse per analogia con quel che pensavo di chi me ne parlava: barricadera e revolucionaria quando i suoi lettori stavano (chissà perchè, tra l'altro) tra i barbudos de noantri - conservatrice e pure teo-con da quando viveva negli Iuessei, e sempre piena di saccenza e di convinzione di stare dalla parte del giusto, sempre e comunque... un bel ritratto del conformismo italiano degli ultimi quarant'anni almeno.
Una bella spina nel fianco di chi pensa che basti aver fatto una volta alcune battaglie, essersi schierati una volta per una causa giusta, per aver guadagnato per sempre la patente della Verità.
C'era un fascismo di fondo, pesantissimo, nelle ultime chiacchiere di questa donna: quello della guerra "sola igiene del mondo" come ai bei tempi del Pelatone; quello che reagisce all'attentato delle Torri gemelle mettendo sotto accusa un miliardo e trecento milioni di islamici in tutto il mondo, perchè distinguere e cercare di capire è tempo perso, e un capro espiatorio fa sempre molto comodo; quello che cavalca sempre e comunque il vento, seminando tempesta per vendere due libri in più e spacciando odio a piene mani per finire in prima pagina.
Troppo comodo pensare che fosse rimbecillita sotto i colpi del cancro e delle cure: era un progetto culturale, suo e di tutta quella melma da 3x2 che applaudiva vigorosamente al suo nuovo razzismo fascistoide, quando lei scriveva mostruosità su persone che avevano la grave colpa di essere islamiche... mostruosità assolutamente degne della propaganda antisemita del ventennio.
C'è da dire che almeno lei, come il Pelatone e tutti i suoi emuli di ogni tempo, non aveva perso le sue doti, mostrava i coglioni e la diceva tutta, e per questo piaceva tanto a tutti i fascisti-di-nascosto che abbiamo in questo povero Paese, e i Leghisti prima di tutti: gente che vorrebbe essere apertamente razzista ma non riesce perchè non avrebbe le palle di reggere alle critiche che si attirerebbe.
E allora si compra i libri della Fallaci e finalmente ha una auctoritas che spara razzismo e merda al posto suo, eccola qua, una grande scrittrice, una coscienza critica dell'Occidente addirittura, e prima "era di sinistra", vedi che siete voi che sbagliate?
Facile, no....
E pensare che in tutto questo, nessuno ricorda che l'articolo della sua roboante rentrée, sul Corriere dopo l'11 settembre 2001, era una risposta a un vero grande scrittore e grande corrispondente, uno che ha scritto, vissuto e parlato in punta di piedi, e che mi piace ricordare proprio oggi: uno che si chiamava Tiziano Terzani, e faceva delle risate bellissime insieme a chi parlava con lui.
Uno che ha scritto un libro bellissimo intitolato "Lettere contro la guerra", e l'ha anche spedito alla Fallaci come regalo.
Lei ovviamente glielo ha rimandato indietro.
15 settembre 2006
Lettera ad una giornalista appena morta
Pubblicato da michele alle 8:34 PM
Etichette: guerra, italia, libri 2 commenti
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